MIGLIO D'OROPORTICIVESUVIANO

San Pasquale al Granatello, un culto antico nella città di Portici

san pasquale portici

L’area del Granatello di Portici ha bellezza e storia da vendere. Lo storico porto, la stazione legata alla prima ferrovia d’Italia, il bosco del palazzo Reale, la villa comunale, quello che resta di villa d’Elboeuf e infine, ma non per minore importanza, c’è l’edificio del Convento di San Pasquale Baylon che dà il nome all’omonima piazza.

E’ un edificio di grande rilevanza storica e lo stesso culto di San Pasquale, nella città di Portici è importante quasi quanto quello di San Ciro.

Ma vediamo come nasce questo culto e come mai proprio a Portici c’è un convento dedicato al Santo noto come protettore delle donne

Tutto inizia alla fine del Seicento, quando i frati dell’ordine dei Minori Alcantarini ovvero provenienti dalla città spagnola di Alcantara dove nacque quest’ordine, vennero lungo le coste vesuviane e si stanziarono proprio al Granatello dove fecero costruire un convento grazie all’elemosina dei fedeli e al terreno donato da una donna che si chiamava Anna Schioppa, la quale aveva ereditato insieme a sua sorella Angela, quel terreno dal padre Camillo.

Tale convento affacciato sul mare e sulla bellissima vista che dal Granatello guarda la città di Napoli e l’intero golfo, fu inizialmente molto piccolo e una parte del terreno iniziale fu venduto al principe d’Elboeuf per costruire quella che poi passò alla storia come prima di una lunga serie di ville vesuviane, note come del “Miglio d’Oro”.

Solo alle fine del Settecento il convento venne ampliato e si narra che al suo interno ci fosse non solo la prima scuola di Portici, ma anche quella che all’epoca fu la più importante biblioteca della Campania.
Al convento fu annessa una chiesa nella quale si può ammirare sull’altare “la morte di San Pietro d’Alcantara”, realizzata dal De Rossi, allievo di Luca Giordano.
La chiesa dell’epoca era diversa in facciata a quella attuale, si rifaceva allo stile del Vaccaro, famoso esponente partenopeo del barocco italiano. Attualmente invece abbiamo una facciata di stile contemporaneo.

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Ma quindi? Cosa c’entra tutto ciò con San Pasquale Baylon a Portici?

C’entra eccome, perché San Pasquale fu un pastore appartenente all’ordine proprio dei Frati Minori d’Alcantara e divenne santo proprio alla fine del Seicento. Da quel momento ogni convento appartenente ai Frati Alcantarini divenne dedicato al loro Santo e quindi anche quello del Granatello con relativa chiesa.

San Pasquale è uno dei nomi più comuni nel napoletano ed è noto come santo protettore delle donne, in particolare quelle in cerca di marito, ma molti non sanno che è anche protettore dei cuochi e dei pasticcieri, perché non solo fu cuoco per quell’ordine di frati, ma si tramanda che fosse stato proprio lui l’artefice del famoso zabaione e che lui stesso consigliasse in confessione alle donne di preparare ai loro mariti un preparato di uovo, zucchero e vino.

Ora che conoscete la storia che lega la città di Portici e San Pasquale Baylon, non vi resta che recarvi a visitare la chiesa che si affaccia sul piazza del Granatello

Vi invitiamo a leggere anche questo nostro articolo su cosa poter fare nel visitare la città di Portici

Un pensiero su “San Pasquale al Granatello, un culto antico nella città di Portici

  1. Buongiorno, mi chiamo Lucia Sorrentino vorrei sapere se conoscete un frate francescano minori padre Alberto Salvatore Alchise nato a Napoli ha circa 55 anni , non riesco ad avere sue notizie, ho delle comunicazioni importanti da dirgli
    Cordiali saluti
    Lucia Sorrentino

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