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Il pellegrinaggio al Santuario di Pompei

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Il pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Rosario di Pompei è un appuntamento cruciale del maggio vesuviano. Una ricorrenza religiosa ma tradizionale e popolare in senso ampio, che va al di là del momento di fede e diventa occasione per tantissimi vesuviani e non, per rispettare una tradizione che affonda le radici nel tempo. Un cammino che diventa occasione di incontro, preghiera, introspezione personale e, perché no, stimolo all’economia locale che, nei giorni clou si mobilita, trovando talvolta anche forme piuttosto fantasiose per assecondare le esigenze dei pellegrini in marcia.

Il pellegrinaggio al Santuario di Pompei nel mese di maggio, ripercorre il viaggio del quadro che il Beato Bartolo Longo volle far portare a Pompei agli albori del suo impegno per la ricostruzione della comunità locale. Impegno che porterà all’edificazione del Santuario ed alla centralità di Pompei nel mondo per quanto concerne il culto mariano. Il quadro rappresenta la Vergine che offre il Rosario a Santa Caterina d’Alessandria e a San Domenico Guzman e fu trasportato su un misero carretto fino a Pompei, dopo essere stato scelto a Napoli da Bartolo Longo nonostante le sue condizioni precarie. Restaurato e mostrato al pubblico nel febbraio del 1876, gli viene subito attribuito il miracolo di aver salvato da morte certa una ragazzina. Da questi episodi e dall’accrescersi della centralità del Santuario di Pompei nell’area alle falde del Vesuvio ed in tutta la Campania, nasce la tradizione di tale pellegrinaggio.

Nel tempo tantissimi vesuviani e campani hanno camminato verso il Santuario da ogni dove, spinti dalla fede in primis ma certamente anche dalla curiosità, dalla voglia di vivere insieme un’esperienza che affonda le radici nella tradizione popolare. La fatica è spesso consistente, considerando che talvolta la distanza da percorrere è davvero tanta. Le partenze, spesso notturne, sono scandite dall’entusiasmo e dalla recita del Rosario che risuona nell’area come mantra ad accompagnare un percorso che è anche e sostanzialmente interiore e personalissimo. Negli occhi dei vesuviani l’immagine dei pellegrini che camminano verso Pompei scandisce il tempo, segna un appuntamento che si rinnova, fedele a se stesso nel tempo.

Per il pellegrino l’occasione di scoprire da un punto di vista diverso l’area vesuviana e, se attento a muovere lo sguardo intorno a sé, la possibilità di scoprire le tante bellezze e gli scrigni vesuviani lungo il percorso.

L’arrivo in piazza del Santuario, di fronte alla splendida chiesa ed all’iconico campanile è simbolico, carico di significato. È il momento della stanchezza, della gioia di aver raggiunto il Santuario, il momento in cui si assapora pienamente il senso identitario e comunitario di questa tradizione. Il ritrovarsi insieme a persone provenienti da tanti luoghi della Campania e non solo regala un momento di condivisione davvero speciale. L’ingresso nell’affollatissima Chiesa è  spesso impresa ardua, una volta dentro ci si ferma per un attimo, quello che basta per realizzare di essere riusciti a completare questo impegnativo percorso.

Il ritorno dei pellegrini in treno o in bus, chiude l’esperienza ed è per molti un arrivederci al successivo anno quando molti torneranno a “Pumpei a’pper“, per altri resterà un’esperienza unica e, di certo, ricca di tanti ricordi da conservare.

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