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Corona virus come cambia il Turismo

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L’emergenza sanitaria scatenata dal Covid19 ha letteralmente stravolto il modo di vivere nei paesi di tutto il mondo modificando di fatto le abitudini di tutti, anche per il turismo.

Ogni paese ha adottato misure volte a contenere la diffusione del virus e a minimizzare il tasso di contagio determinando inevitabilmente il medesimo risultato: ciò che era ordinario, la normalità, per come era stata concepita prima dell’emergenza, è al momento scomparsa.

Una pizza fuori, un caffè al bar con gli amici, un weekend fuori porta, un’escursione, niente di tutto ciò sembra più possibile. Addirittura quelle abitudini che davamo per scontate, come fare colazione al bar o recarsi al supermercato a fare la spesa, non lo sono più. Anzi, via via vanno acquistando un significato nuovo, perché assoggettate a regole nuove.

Ma quando tutto ciò sarà finito, perché prima o poi finirà, cosa ne sarà del mondo che conoscevamo?

La comunità scientifica e gli economisti sembrano sposare la teoria secondo la quale il tramonto della globalizzazione, per come l’abbiamo concepita, è già un dato di fatto.

In merito ai rapporti sociali gli esperti ancora concordano che almeno fino alla scoperta di un vaccino il ritorno alla normalità non sarà cosa agevole.

Sembra, quindi, che sebbene noi tutti siamo animali sociali, che considerano naturale ritrovarsi in contesti del genere per unirsi e socializzare, tali possibilità non possono più essere date per scontate. Va pertanto identificato un modo per poter continuare a farlo, molto probabilmente condizionato da qualche forma di restrizione auto imposta sulle abitudini di ognuno di noi.

Quale sarà l’impatto futuro di questa pandemia sulle nostre vite, dipenderà sostanzialmente dagli effetti che rimarranno una volta che tutto questo sarà finito: ci sarà il timore di ritornare alla vita di prima o un “boom” del desiderio di normalità, come solitamente accade nelle fasi post-belliche ?

Ad oggi non possiamo dire se questa pandemia nei suoi effetti assomiglierà o meno alla guerra, ma di certo si può affermare che esse hanno una significativa differenza: la guerra quando finisce, è davvero finita, mentre un’emergenza sanitaria della portata alla quale siamo oggi esposti può avere una “coda”, pertanto il rischio è che l’auspicato ritorno alla normalità sia meno rapido del previsto…ma pare che gli ingredienti per farcela ci siano tutti.

La pandemia putroppo sta mettendo in ginocchio quasi tutti i settori della nostra economia.

Senza dubbio il settore maggiormente colpito e che per ultimo si riprenderà, è quello turistico. Mentre, infatti alcuni settori come quello manifatturiero possono riprendersi grazie all’e-commerce (almeno inizialmente), le aziende e gli operatori, il cui “core business” è quello di far viaggiare le persone e gestirne i flussi da e per le mete turistiche, andranno inevitabilmente  incontro a maggior costi e sacrifici e potranno ripartire soltanto ad emergenza davvero finita.

Putroppo il Covid19  rischia di mettere in ginocchio in maniera irreversibile tutta la filiera del turismo e degli eventi in genere.

Ma anche quando l’emergenza sarà rientrata è improbabile immaginare un ritorno al turismo di massa che si spingerà tanto lontano così come avvenuto nell’ultimo ventennio.
Sembra più logico attendersi  invece una riscoperta dell’Italia, dei luoghi facilmente raggiungibili in macchina e soprattutto dei borghi più vicini a noi.
Non è da escludere che potrebbe modificarsi non solo la meta, ma anche la tipologia di viaggio che si effettuerà.
Si prevede infatti la nascita di operatori turistici che offriranno pacchetti sempre più personalizzati e completi, che prevedano meno libertà ai turisti al momento del viaggio e maggiori restrizioni.
Tutto ciò con un forte impatto sul costo del “prodotto turistico”: confezionare ed offrire un servizio individualizzato costa inevitabilmente di più e la sfida diventa ancor più ambiziosa se si pensa di proporlo a milioni di persone.

Ma non bisogna lasciarsi andare a logiche ed atteggiamenti pessimistici!

Sarebbe cosa buona iniziare a concentrarci sulle opportunità che anche in uno scenario come questo si celano.

Sembra infatti che la ripartenza del settore turistico debba fondarsi inevitabilmente sulla riscoperta del “turismo locale”, la cui offerta sarà costituita dagli innumerevoli siti e paesaggi che ogni città, ogni paese ed ogni borgo d’Italia possiede e che fanno del nostro Belpaese un luogo unico al mondo.

Stiamo parlando di veri e propri “scrigni” disseminati lungo tutta la nostra penisola !
Chiese, siti archeologici, ville antiche, borghi, antichi ipogei e luoghi d’arte in genere, ognuno con una storia tutta da raccontare.

In attesa che si possa ritornare a viaggiare, per un po’ ci basterà scegliere lo “scrigno” a noi più vicino, aprirlo e restare stupiti nel trovare in esso parte della propria storia!

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