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Carlo Parlati, magia dell’arte tra Simbolo e Vita

Torre del Greco, città celeberrima per la lavorazione del corallo e del cammeo, è stata e continua ad essere patria di eccellenti artigiani che stupiscono il mondo con una sapienza che ha radici antiche e si tramanda nel tempo, come un rito.

Tra questi, uno più di tutti, è riuscito ad elevare l’eccellenza artigianale ad una dimensione artistica riconosciuta e riconoscibile in tutto il mondo. I suoi lavori sono frutto di un talento superiore e di sapienza artigianale, la sua concezione va oltre il manufatto in sé e si spinge alla ricerca di significati e di simbologie profonde che solo l’arte riesce a scandagliare.

Carlo Parlati nasce a Torre del Greco il 7 gennaio 1934. Figlio di Antonino, incisore di cammei e corallo, fin da piccolo respira e osserva questo mondo cominciando a stabilire un legame con il prezioso materiale che, ben presto, inizierà a modellare mostrando la sua attitudine precoce e brillante. Inizia a distinguersi presto nel laboratorio di famiglia: il suo talento cristallino non può non essere notato dal padre stesso e dai tanti che frequentano quel luogo. Lavora principalmente a cammei ma, molto presto, inizia a sentire una grande propensione verso la scultura.

Frequenta poi la Scuola di Incisione a Torre del Greco e ne diviene uno dei più brillanti allievi. Comincia a delinearsi la sua specificità, la sua cifra stilistica ed il suo desiderio di innovare e caratterizzare con il suo lavoro un’arte molto radicata e con canoni molto ben saldi. Il giovane Carlo desidera ampliare le possibilità dell’artigianato del corallo e del cammeo e vuole sondarne nuove vie espressive, libere anche di svincolarsi dal mero discorso commerciale.

Completati gli studi a Torre del Greco si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Napoli non riuscendo però a completare il percorso accademico. La sua sensibilità spiccata ed il senso intimo di ribellione a certi cliché, non gli consentirono di adattarsi agli schemi accademici e preferì proseguire un percorso di innovazione e ricerca personale.

Inizia a prendere forma così la sua poetica in cui la perenne contrapposizione tra Bene e Male è un perno intorno al quale ruota tutta la sua ricerca introspettiva e tutto il mondo di simboli e allegorie che Carlo Parlati costruisce con le sue sapienti mani e la speciale visione del mondo. L’uomo ed il suo rapporto con la sua natura molteplice ed insondabile, segnano sempre più l’opera di Parlati che risente dell’influsso dei grandi dell’arte contemporanea rimodulando gli spunti sulla base delle proprie idee e del materiale principe della sua produzione, il corallo.

carlo parlati

Per questo l’opera di Carlo Parlati, oltre a donare un più ampio respiro a tutto il movimento artigianale tradizionale della città alle falde del Vesuvio, riesce a ripensare questa tradizione in chiave moderna traghettando il suo lavoro verso l’affrancamento come forma d’arte vera e propria.

Il suo estro si è espresso in molteplici forme e con tanti materiali oltre al corallo, come conchiglia, madreperla, pietre naturali e preziose sempre trattate con una sensibilità superiore e declinate come codici d’accesso per il mondo da lui immaginato fatto di simboli e di miti. Una sperimentazione costante che lo contraddistingue man mano in tutto il mondo: tanti i riconoscimenti e la capacità unica di rendere la sua opera riconoscibile.

Il suo talento multiforme lo spinge, nel tempo, ad intraprendere molteplici strade creative: pittura, oreficeria, scenografia, disegno.

Carlo Parlati muore il 13 novembre 2003 lasciando una preziosa eredità artistica, culturale, umana.

La figlia Patrizia segue le orme del padre e porta oggi avanti la sapienza artigianale familiare ed il ricordo del grande Carlo, continuando a raccontare al mondo l’arte di colui che ha elevato ad arte il rapporto viscerale, secolare, magico tra Torre del Greco e l’artigianato del corallo e del cammeo

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