ECCELLENZERUBRICHE

Un buongustaio di nome Giacomo Leopardi

Qualche tempo fa, alle falde del Vesuvio, nella splendida Villa Ferrigni a Torre del Greco, oggi celebre come Villa delle Ginestre, Pasquale Ignarra, raffinato cuoco con un passato da rivoluzionario durante la breve ma intensa esperienza della Repubblica napoletana del 1799, vedeva recapitarsi una cospicua e dettagliata lista di desideri culinari, un promemoria di preferenze da cui attingere a suo piacimento. Il mittente era un uomo che, a quanto pare, non solo di poesia e di lettere era famelico appassionato, il genio recanatese Giacomo Leopardi. Il sommo poeta, vissuto a Villa delle Ginestre durante la sua parentesi napoletana iniziata nel 1833 e conclusasi con la morte nel 1837, grazie alle carte giunte fino a noi si rivela un grande amante della cucina in tutti i suoi aspetti e fortemente interessato alle suggestioni che i prodotti dell’area vesuviana, scoperti nella splendida location della villa di Torre del Greco, riuscivano ad offrirgli. 

Si instaura così una felice intesa ed uno scambio di opinioni e suggestioni culinario-filosofiche tra il poeta di Recanati ed il cuoco napoletano. Pasquale Ignarra era un vero e proprio monzù, termine in uso nella tradizione sette-ottocentesca nel regno di Napoli per designare capocuochi di un certo rilievo al servizio di famiglie aristocratiche, e riuscirà ad essere apprezzato per l’eccellenza della sua sapienza culinaria dal poeta e dal suo sodale di lettere ed avventure Antonio Ranieri, artefice della permanenza alle falde del Vesuvio del genio recanatese.

Il ritaglio autografato conservato oggi presso la Biblioteca Nazionale di Napoli testimonia questo rapporto e l’interesse di Leopardi per i piaceri della tavola. In esso è contenuta la sopra citata lista di ben 49 pietanze, redatta con scrittura elegante e sinuosa dal poeta stesso e destinata al monzù Ignarra. Un vero e proprio menu, un excursus su carta color avorio di 19 cm per 6 cm scritta su recto e verso, tra delizie e sapori, non solo campani, con i quali il cuoco Pasquale Ignarra lo aveva deliziato durante il soggiorno alle falde del Vesuvio ed al quale si richiedeva di attingere per il futuro. Polpettone, fiori di zucca fritti, cervelli fritti al burro con uova, tortini di grasso e magro, zucche o insalate con ripieno di carne, farinata di riso, cacio cotto, frittelle di semolino, gnocchi di latte, capellini al burro, ricotta fritta e poi i dolci di cui il poeta recanatese era davvero avido. La lista ci testimonia preferenze gastronomiche tutt’altro che frugali del poeta, che mostra una predilezione per i cibi grassi, fritti, ipercalorici e per la pasta. Poco spazio per verdure e minestre ma, d’altronde, un giovanissimo Leopardi, all’età di undici anni, si era già chiaramente schierato contro minestre e affini attraverso i goliardici versi de “A morte la minestra”:

Metti, o canora musa, in moto l’Elicona
E la tua cetra cinga d’alloro una corona.
Non già d’eroi tu devi, o degli Dei cantare,
ma solo la Minestra d’ingiurie caricare.
Ora tu sei, Minestra, dei versi miei l’oggetto,
e dirti abominevole mi porta gran diletto.
O cibo, invan gradito dal gener nostro umano!
Cibo negletto e vile, degno d’umil villano.
Si dice, che resusciti, quando sei buona, i morti;
Ma il diletto è degno d’uomini invero poco accorti!

Una dichiarazione d’intenti che insieme alla lista ci offre un aspetto inusuale di Giacomo Leopardi e ci aiuta a definirne ancor meglio la personalità e le passioni, al di fuori della sua straordinaria poetica. Questa piccola ma preziosa testimonianza manoscritta ci conferma ancora una volta quanto la ricchezza delle suggestioni che l’ambiente, i profumi, i colori vesuviani siano stati importanti nell’ultima fase di vita del poeta e quanto lo abbiano coinvolto ed ispirato…anche a tavola!

buongustaio leopardi

Non può mancare la lista completa dei desideri del poeta:

  1. Tortellini di magro
  2. Maccheroni o tagliolini
  3. Capellini al burro
  4. Bodin di capellini
  5. Bodin di latte
  6. Bodin di polenta
  7. Bodin di riso
  8. Riso al burro
  9.  Frittelle di riso
  10.  Frittelle di mele o pere
  11. Frittelle di borragine
  12. Frittelle di semolino
  13. Gnocchi di semolino
  14. Gnocchi di polenta
  15. Bignés
  16. Bignés di patate
  17. Patate al burro
  18. Carciofi fritti,  al burro, con salsa d’uova
  19. Zucche fritte, ecc.
  20. Carciofi
  21. Fiori di zucca fritti
  22. Selleri
  23. Ricotta Fritta
  24. Ravaiuoli
  25. Bodin di ricotta
  26. Pan dorato
  27. Latte fritto, crema ec.
  28. Purée di fagiuoli, ec
  29. Cervelli fritti, al burro, in cibreo
  30. Pesce
  31. Paste frolle al burro o strutto, pasticcetti ec.
  32. Paste sfogliate
  33. Spinaci
  34. Uova ec.
  35. Latte a bagno-maria
  36. Gnocchi di latte
  37. Erbe strascinate
  38. Rape
  39. Cacio cotto
  40.  Polpette ec.
  41. Chifel fritto
  42. Prosciutto ec.
  43. Tonno ec
  44. Frappe
  45. Pasticcini di maccheroni o maccheroncini, di grasso o di magro
  46. Fegatini
  47. Zucche o insalate ec. con ripieno di carne
  48. Lingua ec
  49. Farinata di riso

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