PIANA DEL SARNOTORRE ANNUNZIATAVESUVIANO

Real Fabbrica d’Armi di Torre Annunziata

L’ area vesuviana ha da sempre riservato testimonianze e tesori che costituiscono la base per la ricostruzione storica di una terra unica al mondo. Tra questi di rilevante interesse storico e’ la Real Fabbrica d’Armi di Torre Annunziata.

Si tratta della più grande fabbrica d’armi del Regno di Napoli e successivamente del Regno delle Due Sicilie. Essa fu fondata nel 1758 su disposizioni di Carlo di Borbone con lo scopo di rendere il regno indipendente dalle forniture militari straniere. Al suo interno si fabbricavano sia armi da fuoco, che armi bianche e allo stesso tempo costituiva anche centro di assemblaggio di parti e ricambi provenienti da altri stabilimenti industriali.

Le sue origini si intrecciani con i moti rivoluzionari capeggiati da Masaniello insorti il 7 luglio 1647. Domata la rivolta, infatti,  il governo reale spagnolo ritenne pericolosa la presenza di una polveriera nella cerchia urbana di Napoli e per tale motivo fu deciso di spostare il sito di produzione di polvere da sparo e delle armi e al di fuori della cerchia urbana individuando la nuova area di collocamento della stessa alle falde del Vesuvio, precisamente a Torre Annunziata, dove nel 1652, sotto la reggenza vicereale di Iñigo Vélez de Guevara, fu iniziata la costruzione della fabbrica.

La scelta del luogo ricadde sulla città vesuviana anche per la presenza del Fosso del Conte, un canale che aveva origine laddove nasceva il fiume Sarno e divenne il punto di origine di una rete di canali ad esclusivo uso dell’opificio.

Con l’avvento dei Borbone di Napoli, La Reale fabbrica d’armi di Torre Annunziata fu oggetto di attenzione prioritaria da parte di Carlo di Borbone, il quale considerava altamente strategico rendere indipendente dal punto di vista militare il reame di recente acquisito.
Nel 1757 il re Carlo conferì  all’architetto Francesco Sabatini mandato per la ristrutturazione ed ampliamento del vecchio opificio che,  con a capo il tenente colonnello Luca Ricci e sotto la supervisione di ufficiali dell’Esercito delle Due Sicilie, avviò la propria produzione  nel 1761.

La Real Fabbrica d’Armi di Torre Annunziata divenne cosi’ il punto nevralgico di un ampio complesso militare-industriale di cui facevano parte una serie di realtà industriali come il Polo siderurgico di Mongiana e le Ferriere Fieramosca, le quali costituivano i due maggiori fornitori di semilavorati e materie prime che alimentavano la fabbricazione delle armi.

Altre rilevanti siti produttivi erano la Reale Armeria Privata di Sua Maesta’, le Officine di Pietrarsa, la Fabbrica di Piastre da Fucile del Reale Albergo dei Poveri dil Napoli, il Regio Opificio di Canne Militari di Poggioreale, la Regia Officina de’ Piastrinai di Lancusi, l’Arsenale di Napoli ed il Regio Arsenale di Palermo.

Nel corso della propria storia, tra le mura dell’opificio si verificarono diversi incidenti, tra i piu’ famosi si ricordano le due esplosioni del1851 e 1856, a seguito delle quali Ferdinando II di Borbone dispose la dislocazione della polveriera da Torre Annunziata a Scafati, traferimento che avvenne nel 1857.

A seguito dell’unificazione italiana la Real Fabbrica d’Armi fu declassata a Spolettificio dopo esser passata sotto l’amministrazione del Regio Esercito prima e poi dell’Esercito Italiano dopo. Il 1901 sancì definitivamente la fine della produzione di armi da fuoco mentre i suoi ultimi ruoli a scopo militare l’hanno vista assumere nel luglio 1977 la denominazione di “Stabilimento militare del munizionamento terrestre – Divisione spolette” e nel 1984 quella di “Stabilimento militare Spolette”.

Ad oggi quel che resta dell’antica reale fabbrica è sotto la gestione dell’Agenzia Industrie Difesa come autodemolizione automezzi dell’Esercito Italiano ed altre forze armate.

La Real Fabbrica delle Armi di Torre Annunziata rientra nel elenco dei siti considerati nella rassegna Scrigni Vesuviani.

2 pensieri su “Real Fabbrica d’Armi di Torre Annunziata

  1. Il fosso del Conte non era ” alimentato dalle acque del Sarno” aveva una sua (contesa per tanti anni) fonte in località Foce a Sarno.
    Mi scusi della nota, sarebbe giusto rettificare.
    Cordiali saluti

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