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Quando all’ombra del Vesuvio si sconfisse il Virus

A fine epidemia si contarono circa 24 decessi mentre i ricoveri in ospedale erano stati circa mille. Un bilancio dettagliato manca e, ad ogni modo, i numeri non lasciano configurare certo una catastrofe. Tuttavia sul finire dell’estate del 1973, all’ombra del Vesuvio si sperimentarono quelle che oggi sono le sensazioni piu’ diffuse nel nostro Bel Paese a causa dell’emergenza legata alla diffusione del Corona Virus: paura, angoscia ed incertezza.
In quella occasione bastò una sola parola ad evocate le paure più ancestrali: colera.

La nostra terra un secolo prima era gia’ stata aggredita da tale morbo, ma in quelle circostanze i decessi erano stati migliaia.

colera napoli

Ma nel 1973, sebbene i numeri alla fine restituirono un bilancio ampiamente meno nefasto, in piena epoca di progresso scientifico e tecnologico, pochi avrebbero immaginato l’area tra le più densamente popolate dell’Europa, in balia di un virus ormai ritenuto in grado di sopravvivere solamente in quei remoti angoli della terra, caratterizati da sottosviluppo e miseria.

Questa brutta storia ebbe inizio alle falde del Vesuvio il 24 agosto quando a Torre del Greco si evidenziarono  due casi di “gastroenterite acuta”. Solo nei giorni successivi, quando all’ospedale Cotugno si registrarono altri casi analoghi recanti gli stessi sintomi che venne fugato ogni residuo dubbio.

Da quel momento nel vesuviano e nella citta’ di Napoli si assistette a scenari che purtoppo in questi giorni sono tornati alla ribalta, scenari che raccontano la paura che si impossessa delle persone, della psicosi che conduce spesso a comportamenti irrazionali e che restituiscono l’immagine stravolta di una paese che resterà indelebile nella memoria degli italiani.

Coloro che sono stati testimoni di quei giorni ricordano ancora quei drammatici momenti caratterizzati da file chilometriche per le vaccinazioni somministrate dai militari americani e dalla calca dei familiari degli ammalati davanti agli ingressi del Cotugno, in attesa dei bollettini medici.

colera napoli
fonte Adnkronos

Ma come ebbe inizio l’infezione?

La fonte del contagio venne individuata nel consumo di cozze all’interno delle quali si celava il vibrione (si stabilirà poi che si trattava di una partita importata dalla Tunisia). Si innesco’ pertanto la guerra ai mitili dei quali, non senza proteste da parte di coloro che vivrvano di quel commercio, venne vietata la coltivazione e il consumo.

Di questa difficile esperienza ad oggi resta la memoria dell’ eccellenza messa in campo da parte delle autorità sanitarie che con grande velocità riuscì a debellare l’infezione, a sconfingere il nemico.

Nonostante la paura, nonostante il panico, nonostante l’incertezza ando’ tutto bene.

Questa volta la minaccia ha un nome ed un’origine diversa…coronavirus! Ma crediamoci tutti, col giusto atteggiamento, anche questa volta andrà tutto bene!

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