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Il Basolato Vesuviano: l’eccellenza della pavimentazione

Molti, turisti e non, passeggiando per le strade di Napoli non sono consapevoli di camminare di fatto sulla storia.

Infatti buona parte della pavimentazione, di cui ancora oggi e’ costituito soprattutto il centro storico napoletano, risale addirittura alla fine del Cinquecento.

Un’incredibile fonte, che ci riporta indietro di cinque secoli e che fornisce la misura dell’importanza che il basolato vesuviano ha avuto per lo sviluppo topografico della citta’ di Napoli, e’ rappresentata da uno scritto di Giulio Cesare Capaccio del 1634 che recita:
“C’hà pensiero di lastricare le strade che sempre sono state nobilitate con mattoni; ma poi vedendosi evidente il danno che apportavano con la spesa grande dei mattoni, e che si guastavano facilmente per il continuo strisciamento delle rote di carrozze, e di carri introdusse Enrique de Guzmán conte de Olivares (vicerè dal 1595 al 1599) pietre selci larghe”.

E questa non e’ l’ unica testimonianza di quanto Il basolato vesuviano fosse ammirato da tutti coloro che si recavano a Napoli, di fatto le piu’ importanti capitali europee ci hanno invidiato la perfetta pavimentazione delle città situate all’ ombra del Vesuvio e che, ancora con il massimo della sua resa, e’ giunto fino ai giorni d’oggi.

Nel 1500 Napoli risultava la città piu’ popolata d’Europa (540 mila persone nel 1595). Per questa ragione, era forte l’esigenza di aver strade quanto piu’ affidabili e sicure possibile considerato l’intenso traffico di carrozze e cavalli. La risposta tecnologica a tale esigenza risiedeva di fatto nel prodotto del vulcano piu’ famoso del mondo che fin dai tempi antichi faceva da sfondo alla citta’, il Vesuvio.

Le strade, infatti, iniziarono ad essere lastricate con la dura pietra lavica,  originatasi a seguito delle numerose eruzioni. Fu cosi’ che nacque il basolato vesuviano (piu’ comunemente conosciuto come  basoli), i quali si presentavano lisci e scuri e rendevano più sicuri le strade che risultavano più idonee per le galoppate dei cavalli.

Un viaggiatore che nel Seicento si recava a Napoli restava stupito dall’assenza di terreno per le strade, che invece erano ricoperte dal basolato vesuviano sul quale non c’era un pizzico di polvere.

Circa due secoli dopo lo scrittore e filosofo tedesco Karl Philipp Moritz, dopo esser stato a Napoli, in poche parole, seppe descrivere l’eccellenza vesuviana che ancora oggi e’ tangibile dai nostri passi: “In nessun altro luogo si trova un lastricato più bello di quello che si può ammirare a Napoli; proprio la spaventosa colata di lava che minacciò di distruggere la città ora abbellisce la sua pavimentazione e livella le sue strade”.

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