Le radici dell’area vesuviana che affondano nelle antiche tradizioni pompeiane, ci conducono senz’altro tra quelli che erano antichi passatempi e giochi dei bambini in quel di Pompei, alcuni dei quali non sono altro che gli antenati di attività ludiche e passatempi con cui sono cresciute le nostre generazioni, soprattutto i bambini.
Molti di questi giochi non dovevano differire molto da quelli che erano diffusi a Roma, di cui l’antica Pompei rappresentava colonia fin dall’80 a.C.
Ma quali erano i giochi più diffusi con i quali i piccoli si intrattenevano nell’antica Pompei?
Scopriamolo insieme!
Innanzitutto bisogna ricordare come già a quei tempi i giochi per i bambini dell’antica Pompei fossero dotati di una valenza educativa: i bambini, come insegnavano Aristotele e Platone, attraverso il gioco si approcciavano alla società che li circondava, apprendendo cosa fosse il rispetto delle regole e della lealtà.
I bambini nell’antica Pompei per lo più giocavano insieme ai loro coetanei.
Tra i giochi di gruppo c’era l’intramontabile nascondino che nella sua semplicità conserva ancora oggi le medesime antiche modalità. In quel tempo era chiamato latibulo (nascondersi).
Molto diffuso era inoltre il gioco delle noci al punto tale che l’età infantile era definita proprio “il tempo delle noci”.
Di tale gioco esistevano diverse varianti tutte aventi comune l’abilità dei giocatori nel lanciare in un determinato modo la propria noce su altre già in terra. Nel “ludus castellorum” il giocatore doveva lanciare la propria noce cercando di farla cadere rimanendo in equilibrio su tre noci vicine in modo da generare un triangolo. Esisteva poi una variante, chiamata orca, in base alla quale l’obiettivo consisteva nel centrare un’anfora lanciando la noce nel suo collo.
Ed ancora i piccoli pompeiani amavano trascorrere il proprio tempo con il “re” dei giochi, ancora oggi il più diffuso tra i bambini e non solo…il gioco della palla.
A tal proposito va ricordato che al tempo vi erano palle di vario tipo che venivano usate dai giocatori, i quali se le lanciavano energicamente con le mani. Regola ferrea era mai toccarle con i piedi!
Il gioco infatti consisteva nell’afferrare la palla e con velocità, senza farla cadere, rilanciarla all’avversario.
Non mancavano inoltre i giochi per i più piccini i quali si divertivano con bellissimi sonagli chiamati crepudia crepitaculum e tintinnabulum.
E per le femminuccie?
Esistevano bambole di ogni tipo, le cosiddette pupae fatte con materiali di ogni genere: terracotta, marmo, legno, stracci ed addirittura di cera. Molte avevano anche arti movibili, le antenate delle Barbie insomma.
Tra i maschietti, ancora, erano molto diffusi i giochi “di ruolo” come soldati, fanti e cavalieri.
Si giocava con piccole spade finte (ensiculum) e si cavalcavano carrettini e cavallini trainabili con dello spago.
Infine si riscontrano testimonianze di giochi di fantasia, ed i bambini, allora come oggi, non avevano limite all’ immaginazione. Costruivano castelli e casette utilizzando delle semplici canne mettendo alla prova la loro manualità e praticità, abilità che, ahinoi, sta sempre più svanendo tra i piccoli di oggi.