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O’ Vesuvio: O’ gigante da Muntagna

“E’ ‘O’ GIGANTE DA’ MUNTAGNA
MA COMME SE’ LAGNA
MA COMME SE’ LAGNA
MA COMME SE’ LAGNA”

Chiunque abbia origini partenopee o sia stato almeno una volta nella sua vita all’ombra del Vesuvio non può non aver ascoltato le note di questa canzone.

“O Vesuvio”! Conosciuta anche come “O gigant da Muntagna “.

Ma quale è la genesi di questo famoso brano e quale storia è raccontata nei suoi versi?

Il brano, che ormai è entrato a pieno titolo nel repertorio classico della canzone Napoletana, è una canzone dedicata al Vesuvio composta da Gigli e dal grande Domenico Modugno presentata al XV Festival della canzone napoletana del 1967.

In quella edizione del Festival dedicata alla musica partenopea, i brani avevano i doppi interpreti. Il brano, infatti, fu cantato dall’autore e dal maestro Sergio Bruni piazzandosi al secondo posto a pari merito con “A Prutesta” cantato dalla coppia Nino Taranto e Gloria Christian.

La canzone che salì sul gradino più alto del podio di quell’anno, fu “O Matusa” sempre di Taranto.

Il testo della canzone “O Vesuvio” racconta, passando attraverso un processo di personificazione del vulcano, l’ evoluzione ed il cambiamento del suo atteggiamento nei confronti della popolazione vesuviana.

Viene raccontato come un gigante buono che piange e si rassegna a campicchiare (e mmo’ viv’ appena) per rispetto della vita e del futuro del popolo nel corso della storia passata, quando facev’ammore con loro attraverso  ardenti e “passionali” colate di lava.
Il concetto è magistralmente espresso nei seguenti versi grazie ai quali sembra quasi di vedere le colonne di fumo che dalla sua bocca si ergono a toccare il cielo  :

“TENEV’E CAPILLE
CA’ TUCCAVAN’O SOLE
CU’ NAPULE TUTTA
FACEVA LL’AMMORE
TENEVA ‘NA FORZA》

Emblematici sono i versi in cui traspare il grande timore reverenziale che avevano per il Vesuvio gli abitanti delle sue falde:

“TENEVA ‘NA FORZA
CA’ SI’ S’ARRAGGIAVA
‘A GGENTE TREMMAVA
TREMMAV’E PAURA”

La canzone “O Vesuvio” e quanto in essa viene raccontato, sono la testimonianza dell’intenso e infinito legame che intercorre tra il vulcano più famoso del mondo e la sua gente .

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