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Vittorio Marotta, Arti Marziali Miste all’ombra del Vesuvio

Intervista a Vittorio Marotta

Oggi Wesuvio è andata ad Ercolano, nella palestra Herculaneum Training Center per andare a trovare Vittorio Marotta. Sin da subito notiamo una palestra “viva” e carica di atleti. Vittorio, atleta di Arti Marziali Miste (MMA), nato e cresciuto a Portici, dove è nato nel 1990. Ci accoglie subito con un gran sorriso e sin da subito il suo atteggiamento ci conferma le indiscrezioni sul suo carattere. Personalità istrionica e di vero showman. Ci mette a nostro agio pronti ad iniziare la nostra intervista.

Wesuvio: Come ti sei avvicinato al mondo dell’MMA ?

Vittorio Marotta: E’ stato un avvicinamento improvviso e graduale. Ho iniziato intorno ai 18 -19 anni praticando il pugilato un po’ di kick boxing, che sono altri due sport da combattimento. Mi allenavo in maniera saltuaria e senza particolari stimoli. Nel contempo ero un grandissimo fan dell’MMA e in effetti da sempre sognavo di provare ad allenarmi in questo altro sport. All’università ho conosciuto una persona che si allenava a Napoli con l’MMA e mi convince ad andare a provare. E’ stato AMORE A PRIMA VISTA, o meglio a primo pugno. Mi si è aperto dinanzi un nuovo mondo ed il fatto di fare ulteriori sacrifici per andare ad allenarmi fino a Napoli ( abitando io a Portici ) non mi pesava per nulla, anzi non vedevo l’ora ogni giorno di andare in palestra ad allenarmi. Finalmente da fan sono diventato un praticante ed un provetto lottatore e nel 2012 ho combattuto per la prima volta da professionista.

W: Come spiegheresti questo sport a chi non lo conosce?

VM: Non è semplice da spiegare a chi non lo conosce. Prendo come esempio uno degli sport più antichi e famosi che è il pugilato e ne spiego le differenze di regolamento che contraddistinguono i due sport. Da qualche anno è un po’ più facile illustrarlo; in quanto è uno sport molto popolare sui social media e anche le tv trasmettono regolarmente i match più importanti che si svolgono nel mondo.  La conseguenza naturale è che tutti, anche se per caso è capitato di intravedere qualche match. Quando illustro l’MMA non voglio che risulti qualcosa che non è e cerco di far capire che pur essendo duro e cruento è comunque uno sporto come un altro e chi lo pratica è una persona preparata che sa quello che fa e che soprattutto non deve apparire come una rissa da strada, in quanto esistono delle regole ben chiaro. La mai intenzione è di non dipingerlo come uno sporto con valori di altri tempi che poco si addicono a tutti gli sport moderni, ma vorrei che fosse inquadrato per quello che è : connubio di sport e spettacolo!

W: Qual è stato il match che ricordi con più emozione?

VM: Non ho alcun dubbio. E’ quello contro Giuseppe Iacono, avvenuto nel 2015. E’ stato il mio primo match in casa. L’incontro si è svolto a Sorrento, molto più vicino alla mia città natale rispetto alle altre parti dove ho combattuto fino a quel momento. Ho sentito molto questo incontro, perché io e Iacono ci siamo allenati insieme per diversi anni. Le nostre strade si erano divise da un po’ ma era comunque strano “incrociare i guantini”con qualcuno che conosci bene e che conosce il tuo modo di combattere. I giorni precedenti all’incontro sono stati ricchi di tensione ed emotività. E’ stato uno dei match più interessanti anche dal punto di vista stilistico. Nella gabbia si incontravano due modi diversi di combattere. Iacono era ed è molto bravo nelle prese e nella lotta; mentre io mi sentivo più striker ( chi usa principalmente colpi di braccia o gambe). In quel periodo ero in formissima ed infatti riuscii a vincere al primo round con una prestazione eccellente riuscendo ad applicare perfettamente la strategia che avevo preparato in allenamento. E’ stata per me, il mio team e le persone che erano venute e sostenermi una grande soddisfazione.

W: Quale il match che vorresti ripetere, e perché?

VM: ( sorride ) Mi piacerebbe ripetere tutti quelli dove sono uscito dalla gabbia sconfitto. Ho sempre fatto tesoro delle mie sconfitte e tutte in qualche modo mi hanno aiutato a crescere e migliorare. Le sconfitte, più delle vittorie, mi hanno fatto diventare l’uomo e l’atleta che oggi sono. E’ inutile nascondere che ho odiato incredibilmente ogni volta che ho perso ed in più ho sempre sentito che la sconfitta era dovuta a qualche mia mancanza e che forse avrei dovuto fare di più. Mi piacerebbe avere l’opportunità di ripetere quei match, ma ovviamente non mi è possibile ed in fin dei conti va benissimo così. E’ uno degli insegnamenti che cerco di trasmettere ai giovani allievi della mia associazione che alleno in palestra da qualche anno

W: Come mai il tuo soprannome “The King”?

VM: E’ uno dei misteri che mi porto dietro da qualche anno. Non conosco le origini del mio soprannome. E’ un qualcosa che mi è stato affibiato senza la mia volontà. Mi piace e me lo sono tenuto.

W: Da buon vesuviano hai qualche rito scaramantico che fai prima dei match?

VM: Nessun rito scaramantico. Negli ultimi tempi mi son dato delle regole: il giorno prima ho una routine da seguire per cercare di essere ancora più in forma per il giorno del march. Non credo rientri nella scaramanzia.

W: Quali sono le tue passioni al di fuori della vita sportiva?

VM: Ho tantissime passioni. Spesso, mio malgrado, sono costretto da impegni a metterle da parte perché la mia vita sportiva mi assorbe quasi al 100%. Adoro la storia e la politica, amo le tragedie ed i poemi latini e greci. Mi piacciono da morire i manga e tutta la cultura che ci ruota attorno. Sono molto curioso e ho avidità di sapere, ciò si riversa in letture di ogni genere.

W: Esiste uno sportivo, anche non dell’MMA, a cui ti ispiri?

VM: Se restiamo nel mondo dell’MMA, McGregor è stato l’atleta a cui mi sono sempre ispirato. Spesso ho avuto la sensazione che io a lui abbiamo la stessa passione nel fare spettacolo pur rimanendo sempre noi stessi. Inoltre ammiro moltissimo l’impatto che ha avuto in questo sport : la sua capacità di rivoluzionarlo sotto tutti i punti di vista ( tecnico, di business, atletico e dal punto di vista dello show business). Il movimento MMA deve moltissimo al cervello di McGregor ed è ciò che di meglio poteva capitare in questo ambiente, ancor più letale del suo diretto sinistro.

VM: Al di fuori dell’MMa un altro sportivo a cui mi sono sempre ispirato è sempre un altro rivoluzionario: Diego Armando Maradona. Ha un legame indissolubile con la mia terra e rappresenta il genio, la sregolatezza e la forza di volontà di un uomo che realizza ciò che vuole, contro tutto e tutti. L’ho sempre visto come un uomo che lottava contro un disegno divino. Se McGregor è la miglior cosa che potesse capitare nel mondo MMA, Maradona è la miglior cosa che può capitare ad un ragazzo del Sud del mondo che vuole emergere in qualcosa in cui fortemente crede.

W: Tre aggettivi che ti caratterizzano e che caratterizzano un buon lottatore.

VM: Intelligenza, Determinazione e Spettacolo. L’ordine non è casuale.

W: Sappiamo che da qualche anno hai istituito  un’associazione sportiva e aperto una palestra ad  Ercolano. Quali sono i pro e i contro?

VM: Sono tanti sia i pro che i contro. Tra i “pro” c’è il fatto che ogni mattino mi sveglio con il sorriso e che vado a dormire con al testa leggera perché amo quello che faccio, e lo faccio veramente con il cuore pieno di gratitudine e felicità per quello che ho e che sto costruendo. Non è da tutti avere una vita felice ed essere felice per la vita che si conduce. Grazie alla palestra sto ulteriormente crescendo sia come atleta che come uomo. E’ gratificante trasmettere la mia esperienza ai nuovi lottatori e vedere come questi assimilano le tecniche che insegno e come le migliorano. Devo ringraziare per questo l’amico Luca Falco; insieme a lui abbiamo reso la palestra un punto di riferimento per la nostra piccola comunità. La palestra mi ha caricato di una grossa responsabilità che mi dà continue motivazioni a dare e fare di meglio. Tra i “contro”c’è chiaramente il fatto che per mancanza di tempo tendo a trascurare le mia passioni e le tante amicizie al di fuori della palestra ed il fatto che sto imparando sulla mia pelle a gestire un’attività.

W: Nella tua palestra c’è qualche giovane lottatore di belle speranze?

VM: Citandone qualcuno, farei torto a tanti altri. Ci sono tanti talenti che attendono il loro momento per poter esplodere ed avere la loro visibilità. Per quel che mi riguarda, il discorso è molto più complesso. Provo a spiegare nel miglior modo possibile cosa intendo:  in palestra ci sono tantissimi ragazzi molto giovani e che alla loro età non ero minimamente al loro livello. Ciò che fa la differenza tra l’essere promettente e diventare un professionista è il NON MOLLARE MAI. Ho visto nel corso degli anni tantissimi ragazzi super promettenti, e anche più bravi di me, lasciare il mondo dell’MMA e che adesso hanno vite completamente diverse nonostante, e sono certo di quello che dico, potevano diventare lottatori di altissimi livello.

Io promettente non lo sono mai stato, ma ho avuto la caparbietà di non mollare mai.  In molti lasciano questo mondo perché non intravedono alcuna possibilità di guadagno. Io seppur all’inizio non vedevo alcuna possibilità di guadagno, e nonostante questo mondo sia pieno di rinunce, sacrifici e sconfitte ho deciso sin da subito di perseverare su questa strada e oggi seppure non ti ci abitui mai alle sconfitte posso dire di essere un VINCENTE.

W: Quali sono i prossimi obiettivi da raggiungere?

VM: Ho tantissimi obiettivi. Come atleta mi sento che ho ancora tanto da dare e voglio continuamente misurarmi con gente forte, soffrire e sudare ancora in quella gabbia. Ho ancora TANTA FAME! Voglio crescere e far crescere la mia squadra di atleti, e allo stesso tempo voglio aiutare il mondo dell’MMA ad emergere per dare una possibilità a chi decide di intraprendere questa strada. Non è da sottovalutare l’obiettivo personale di diventare ricco ( non scherzo )!

W: Se e in che modo il tuo vivere nella zona del vesuviano ti aiuta nel mondo dello sport?

VM: Dentro di me sento la forza del Vesuvio ma vivere in provincia di Napoli non mi aiuta per niente. Eè tutto molto più faticoso e difficile. Per ogni obiettivo bisogna sudare più degli altri. La mia voglia di emergere  si scontra con quella di altre centinaia di individui. Qui la gente è abituata a lottare tutti i giorni. Pensandoci bene, forse, questo mi aiuta in fin dei conti dandomi una marcia in più ma so che a tanti altri miei concittadini questo modo di vivere li ammazza. In provincia di Napoli siamo tutti un po’ guerrieri.

W: Come ti vedi tra 30 anni?

VM: Tra 30 anni ? E’ un’infinità di tempo. Non ho mai guardato così lontano!

W: Dì la verità… ti sei fatto crescere la barba per sembrare più cattivo nella gabbia?

VM: Più o meno. Me la son fatta crescere prima di un combattimento con un atleta molto più grande di me, anagraficamente parlando, e quindi mi vedeva come un ragazzino. Per quel match decisi di farmela crescere per sembrare più grande. Da quel momento è diventato un mio marchio nell’ambiente e ho deciso di tenerla

W: Prima di lasciarci…c’è qualcuno che senti di dover ringraziare per la tua crescita sia umana che sportiva?

VM: Ringrazio la mia famiglia. La loro disponibilità nel condividere le mie scelte e l’educazione mi hanno tramandato sono le chiavi per tanti risultati che ho ottenuto. Un altro ringraziamento va a Luca Falco ( compagno storico di allenamento) che mi ha fatto capire come a volte osare sia il motore che fa muovere tante altre cose. Non posso dimenticare Angelo Veniero ( compagno di allenamento, amico e “maestro “), che mi ha aiutato e supportato nella crescita umana e atletica; senza di lui sarei ancora un ragazzino che non ha capito nulla di sé stesso. Mi ha insegnato a guardare il mondo senza paura e l’importanza di dare sempre tutto se stesso nelle cose che si fanno.

Ringrazio Wesuvio per la possibilità che dà a me e all’MMA di emergere e per il bellissimo progetto che tenta di portare avanti, con molto sacrificio, per il recupero del patrimonio che c’è nelle nostre zone.

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