Villa Campolieto è una delle Ville Vesuviane del Miglio d’Oro. E’ sita in Ercolano su via Resina, storicamente strada regia delle Calabrie, a poche centinaia di metri dalla zona archeologica dell’antica Herculaneum e confinante con l’altrettanto bella e nota Villa Favorita.
La costruzione di Villa Campolieto inizia nel 1755 per volere di Lucio di Sangro, duca di Casacalenda, che affidò l’incarico a Mario Goffredo, noto a suo tempo come il il Vitruvio napoletano. Il lavoro di questi durò finché i rapporti con il duca furono buoni, dopodiché prima seguì Michelangelo Giustiniani, infine Luigi Vanvitelli e suo figlio Carlo, che completò l’opera architettonica nel 1775. Nel 1805, in seguito alla morte di Scipione, figlio ereditario dei di Sangro, la Villa non ebbe eredi ed iniziò una fase di declino che toccò il fondo con l’occupazione militare del secondo conflitto mondiale.
Nel 1977 fu affidata all’Ente Ville Vesuviane che in sei anni di restauro l’ha riportata ai vecchi splendori, soprattutto dopo il restauro ad opera dell’arch. Paolo Romanello.
Villa Campolieto è oggi sede della Stoà e della Fondazione Ente Ville Vesuviane e ospita spesso eventi culturali, esposizioni d’arte e concerti.
La planimetria di Villa Campolieto è quadrangolare, con quattro corpi che si innalzano su cinque livelli e separati dai bracci di una galleria centrale a croce greca, con al centro una cupola illuminata da quattro finestre ovali. Il corpo della villa è allineato alla strada principale del cosiddetto Miglio d’Oro, come per volere dell’architetto Giustiniani.
Ed è proprio dalla strada che si intuisce la grandezza e la bellezza della villa, ma solo entrando nello spazio antistante ad essa si coglie il tutto restando impressionati dalla magnificenza di quel bianco gioiello architettonico vesuviano.
La villa è da considerare nelle sue due facciate principali, una verso la strada e l’attuale Parco del Miglio d’Oro, dunque vista Vesuvio e l’altra interna rispetto alla strada con vista sul golfo.
Sulla facciata anteriore due ordini di finestre, in basso su un bugnato su paraste e sul piano nobile timpani di forma triangolare. Nella parte posteriore invece spicca su tutto lo spazio, il porticato con archi a tutto sesto e colonne toscane, termina su una vasca e una scala a forma ellittica che unisce la villa al giardino in basso. Per l’unicità della sua forma ellittica bisogna ringraziare il Vanvitelli, che riuscì quindi a ideare un qualcosa che sposa perfettamente il paesaggio circostante, con una prestigiosa vista sul golfo.
Stupendo è anche l’androne, modificato anche nella sua gradinata rispetto al progetto iniziale, per volere di Vanvitelli che volle richiamare qualcosa di simile alla Reggia di Caserta, con un rampante centrale e due laterali.
All’interno della villa nota e caratteristica è la stanza detta “Cannocchiale”, dalla quale si accede nelle sale private e in quella da pranzo. Quest’ultima fu pensata quadrata e con soffitto a botte dal Gioffredo, ma Vanvitelli ne cambiò la forma rendendola circolare e incannucciata, cioè con struttura in legno e canne di bambù, infine ingessata e affrescata. La stanza mostra affresco del Fiscetti e del Magrì che raffigura un gazebo con vitigno, ispirato alle giornate d’ozio estivo del principe.
Altre sale importanti sono quella degli Specchi, ad uso femminile e il Salone delle Feste, con affreschi in tema mitologico dove è raffigurato Ercole, Abbondanza e Sapienza. All’interno della villa ci sono anche decorazioni ghirlandate del Cestaro. Completa il tutto la stupenda terrazza che affaccia sul golfo.
Villa Campolieto è visitabile tutti i giorni con i seguenti orari:
martedì-venerdì 10-18
sabato e domenica 10-13
Ingresso giardino antistante e colonnato gratuito, mentre a pagamento la visita alla villa a cura della Fondazione Ente Ville Vesuviane (sul sito ufficiale le info dettagliate)
Villa Campolieto è inserita anche negli itinerari a piedi e in bicicletta a cura di Wesuvio. Per info contattarci via mail o tramite i nostri canali social.