ECCELLENZEVESUVIANO

Instaura…cultura, recupero e territorio

instaura
Andrea Damiati, riferimento dell’iniziativa Instaura, ci ha concesso questa interessante intervista che mette in luce la volontà e l’interessante lavoro che stanno portando avanti con passione ed amore verso il territorio campano. E’ stato interessante anche per noi poter inserire la chiesa di Santa Maria del Principio nel loro catalogo dei beni culturali relativi ai centri storici.

Wesuvio: Come e dove nasce Instaura?
Instaura: Instaura nasce “qua”, nel nostro territorio o, se vogliamo, nel nostro cuore. Rappresenta un concetto, insito nello stessa parola individuata a titolo di quest’idea, instaura come “instaurare relazioni”, creare connessioni, interagire. Non è necessario “definire” il luogo, anche perché ognuno “possiede” il proprio. Nasce quindi in ogni luogo, cosi, dalla necessità di condivisione di un qualcosa che, a pensarci bene, non è prettamente architettura, archeologia o altra disciplina, ma un elemento fondante, molto più semplice e profondo, la bellezza, l’amore verso il proprio territorio e, di conseguenza, la sua storia, le sue tradizioni e soprattutto, lei, la memoria. Il progetto nasce nell’area vesuviana, a partire dalla ricerca sul territorio del tema delle masserie circumvesuviane, che denotano il carattere prettamente rurale dei nostri luoghi. Successivamente ha abbracciato l’intero golfo di Napoli e la Campania tutta. Il portale web affronta comunque la tematica a livello nazionale, ricevendo e condividendo informazioni sull’argomento recupero e restauro in architettura da qualsiasi parte del mondo

instaura intervista wesuvio
riferimento web www.instaura.it

W: Quanto e come influiscono la peculiarità storica e culturale, le condizioni e i contrasti dell’area di interesse di Instaura sul progetto stesso?
I: Influisce e non poco. La storia è il fondamento, i contrasti che ne seguono, il pane quotidiano. Rendono vivi e tristi, talvolta, i dibattiti, soprattutto quando ci si ritrova in condizioni di irreversibilità di intervento. E si appura, con immane dispiacere, come la memoria talvolta venga cancellata semplicemente per una leggerezza in fase esecutiva o, peggio ancora, per mancanza di conoscenza storica del palinsesto architettonico su cui si è intervenuti. Bisognerebbe aver maggior rispetto delle stratificazioni ed aprire ampi dibattiti prima di eliminare i segni della “passata civiltà”. I contrasti dell’area che viviamo rappresentano il motivo della nostra sussistenza.

W:In cosa consiste un Instaura Tour?
I: Instaura tour rappresenta una modalità off- line di quello che accade on – line di volta in volta nell’Osservatorio. Scopriamo luoghi ed architetture segnalate, censite e registrate sul web e le osserviamo realmente, attraverso passeggiate itineranti, sopralluoghi, incontri con architetti, esperti nel settore del recupero, restauro e chiunque abbia qualcosa da raccontare in merito. Un modo per andare alla scoperta dell’architettura sul territorio che diventa occasione per conoscere le persone e coinvolgerle nel progetto, modo anche per scoprire, piacevolmente, come la tematica stia a cuore a tutti, o per lo meno a chiunque partecipi a queste nostre iniziative.
Altra interessante è stata Instaura Lab, come anche Instaura “on the road”, evento organizzato lo scorso luglio: sostanzialmente sono delle occasioni, sperimentazioni e motivi in più per proseguire il progetto, trovando sulla strada persone entusiaste, appassionate e che vogliono fare qualcosa. Da quel momento accade una sorta di “riconoscimento”, ognuno vede nell’altro la possibilità di dire, fare, pensare, sul proprio territorio iniziative analoghe o strutturarle insieme.

instaura

W: Quali potrebbero essere a tuo avviso le carte vincenti per la collaborazione leale e fattiva tra realtà territoriali?
I:Eccoci al dunque della questione. Il nodo critico è rappresentato da due punti estremi e antitetici: da un lato la chiusura, l’individualismo, il non – collaborazionismo, dall’altro, di contro, l’apertura, la condivisione, la collaborazione e l’interdisciplinarietà com–partecipata.
A nostro parere la seconda è la strada, talvolta meno battuta, per vincere una crisi generale evolutasi in questi anni e che si protrae, inevitabilmente e ancora adesso. Meno battuta per il problema di cui prima, il non credere alla compartecipazione che, invece, oggi, è, per noi tutti, soluzione.
Perché è soluzione? Perché il concetto della “compartecipazione interdisciplinare” consente la realizzazione di progetti di qualità, fondati sulla fusione di diverse competenze: bisogna mettere insieme le diverse discipline che concorrano ad una “definizione” dell’opera, come anche, per ritornare ad un concetto affrontato prima, nell’ostico mondo del restauro architettonico, laddove compartecipare è unico modo per avere una valutazione complessiva dell’architettura da recuperare e per capire come intervenire.
Le realtà territoriali sono un qualcosa di meraviglioso. Bisogna supportarle e fare in modo che crescano con continuità. Siete voi, siamo tutti noi, sono tutti, anche singoli che poi si uniscono, fra loro, (quindi valore indiscusso del singolo e in relazione agli altri individui), che possono “contribuire con un verso” (cit.) alla valorizzazione territoriale.

wesuvio instaura osservatorio
Pagina Osservatorio Instaura

W: In che modo le istituzioni potrebbero supportare il lavoro delle tante associazioni e realtà attive sul territorio vesuviano?
I: In tanti modi. Riconoscendo il valore delle singole associazioni, promuovendo lo sviluppo e la ricerca ma, soprattutto, riaprendo i luoghi alla collettività, parchi, giardini, edifici storici, consentendone la visita, l’utilizzo, iniziando ad agire in termini di “messa in sicurezza” per fare in modo da fruire gli spazi senza rischiare. Inoltre concedere alle associazioni e a tutti coloro che formulano progetti interessanti per il recupero e la valorizzazione territoriale spazi di lavoro, magari in architetture in disuso, in abbandono, dal valore storico o anche più recenti, poco conta, purché si introduca il concetto di recupero, partendo stesso da una modalità di recupero che faccia da modello.

W: Progetti a breve e lungo raggio?
I: Instaura. Penso che dire questo già basti, non nel senso “presuntuoso” della cosa, assolutamente.
Il progetto Instaura è in fieri e speriamo ci riservi sempre grandi sorprese, oltre tutto quello che abbiamo già in cantiere, da un anno e mezzo a questa parte, e che speriamo di realizzare, extra time. In cuor nostro l’idea/sogno è di poterci “occupare”, un giorno, di un vero intervento di restauro, prodigarci, pugnacemente, per salvare la memoria, tangibile, di un’architettura e del suo contesto ambientale in cui insiste, condizione necessaria purché abbia senso che continui a vivere.


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