ARTERUBRICHE

Dalla Norvegia al Vesuvio: il vulcano secondo Dahl

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Johan Christian Clausen Dahl nasce in Norvegia a Bergen nel 1788. La sua formazione artistica avviene in Danimarca, dove sviluppa la sua grande abilità di paesaggista. Protagonista dei suoi paesaggi è spesso il cielo sovrastante i monti scandinavi. Il cielo continua ad avere sempre più spazio nelle composizioni pittoriche del norvegese anche quando inizia a viaggiare in Europa giungendo prima a Dresda dove incontrerà Caspar David Friedrich, il celebre pittore romantico.

I due artisti si influenzeranno a vicenda e Dahl coglierà tutto lo spirito del romanticismo del tedesco.

L’occasione per raggiungere l’Italia fu l’invito del principe Christian Frederik, futuro re di Danimarca come Cristiano VIII e legato a Dahl da un forte e duraturo vincolo di amicizia.
Fu proprio lui ad accoglierlo presso la Reggia di Quisisana a Stabia.

La Real Casina di Quisisana (1810) – Museo nazionale di Capodimonte, Napoli

Il pittore danese raggiunge il golfo di Napoli nel 1820 e viene subito catturato dalla luce del golfo, dalla strepitosa natura partenopea e dell’area alle falde del Vesuvio.

Visiterà tutti i luoghi straordinari del golfo di Napoli ritraendoli in tante tele. La permanenza napoletana gli dà notevoli spunti di studio e un’occasione unica gli si presenta con l’eruzione del Vesuvio del 1820.

Affascinato dal fenomeno, sale sul vulcano e concepisce l’opera “Eruzione del Vesuvio” che lo legherà alla terra vesuviana. Dahl riesce magistralmente ad esprimere la possente coltre di fumo e l’effetto della lava di cui quasi si riesce a percepire il calore. Il rosso intenso del fuoco si riflette sulle rocce in primo piano denotando l’abilità di Dahl nella resa degli effetti della luce ed i suoi studi a riguardo. Tutta la tensione tra elementi naturali e presenza umana, quasi impercettibile ma presente nella tela, riflette l’approccio romantico e l’influenza di Friedrich oltre che dell’inglese Turner. A fare da contraltare all’intensità della lava e del fumo una porzione di cielo limpido che conferisce grande profondità alla composizione.

Il risultato è davvero spettacolare e resta probabilmente l’opera più bella che Dahl ha prodotto nella sua permanenza nel golfo.

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