ARTERUBRICHE

Oswald Achenbach alle falde del Vesuvio: una storia di atmosfere, luce, paesaggi

Dal nord dell’Europa al Vesuvio: un percorso che tanti artisti hanno intrapreso affascinati dalla luce, dallo straordinario paesaggio del vulcano e dei suoi dintorni. Anche Oswald Achenbach, tedesco di Düsseldorf, accolse il richiamo del vulcano e volle sperimentarne di persona la capacità di ispirare e sedurre l’artista.

Fratello minore del grande paesaggista Andreass, Oswald Achenbach (1827 – 1905), abbagliato dalla luce dell’area alle falde del Vesuvio e dal suo evolversi in molteplici e sempre sorprendenti atmosfere, immortalerà il vulcano ed i suoi dintorni in tante tele. Visto da Napoli o dell’area vesuviana, di giorno, al crepuscolo o di notte, sereno oppure durante l’eruzione, il Vesuvio sarà il protagonista indiscusso del periodo italiano dell’artista tedesco. Achenbach ne ritrae la persistenza e l’ineluttabile presenza con la maestria di superbo paesaggista universalmente riconosciutagli.

Oswald Achenbach Vesuvio

Achenbach arriva alle falde del Vesuvio in seguito al viaggio in Italia intrapreso nel 1871. Era già stato in Italia per un soggiorno breve nel 1850 ma nel viaggio del 1871, quando a Dusseldorf era già titolare della cattedra di Pittura di Paesaggio presso l’Accademia cittadina, soggiorna anche a Castellammare di Stabia, Capri, Sorrento ed altre zone dell’area vesuviana. Proprio in questo periodo il maestro tedesco produce una serie notevole di tele di ispirazione vesuviana. Il periodo trascorso a Castellammare di Stabia in particolare, fu molto prolifico e da qui prenderanno vita numerose opere che ci riportano, con la mano splendidamente ispirata dal calore e dalla luce, le suggestioni e l’autenticità delle atmosfere dei paesaggi vesuviani. Questa cifra stilistica, maturata durante questo soggiorno, segnerà anche la differenza con il lavoro del fratello Andreass, altrettanto illustre e riconosciuto paesaggista. Rispetto a quest’ultimo, Oswald prediligerà un approccio meno altisonante e drammatico, più incline ad atmosfere sospese ed intrise di una suadenza tipica delle vedute vesuviane e del Sud Italia in genere.

Tra i lavori più significativi di Oswald Achenbach in questo periodo alle falde del Vesuvio, c’è sicuramente la grande tela “Napoli durante l’eruzione del Vesuvio del 1872” nella quale riesce a restituire sia l’evento eruttivo dalla prospettiva napoletana dal ponte della Maddalena, sia a rendere vividamente il brulicare di una folla curiosa più che impaurita. Il dipanarsi del fumo nel cielo è reso magistralmente.

Notevole la resa della luce peculiare dei dintorni di Napoli e del Vesuvio in opere come “Strada di campagna a Pompei”.

Oswald Achenbach Vesuvio

Di grande valore artistico, nonché storico descrittivo per l’area vesuviana, le vedute da Castellammare di Stabia e dintorni ed una raffigurazione della zona di Portosalvo a Torre del Greco. Molto affascinante il “Tramonto con Vesuvio e scoglio di Rovigliano (Nave fantasma nel golfo di Napoli)” nella quale un cielo di un’intensità profonda prende la scena a discapito del vulcano e dello stesso scoglio di Rovigliano, relegandoli stavolta a comprimari insieme ad un’enigmatica nave. Nella “Vista del Vesuvio” tutta l’abilità di Achenbach si esprime per regalare una visuale frontale e distante del vulcano, con la distesa di mare in primo piano e una resa esperta ed altamente sugestiva della luce e dell’atmosfera. Importante, per questa fase di lavori alle falde del Vesuvio anche la tela “Torre Annunziata” ed una “Marina di Portici”.

Oswald Achenbach ha amato la terra vesuviana e ne ha amato la luce e le atmosfere, riuscendo a coglierne l’essenza descrivendo alcuni luoghi e momenti di vita con la sensibilità propria di uno dei più importanti artisti paesaggisti per l’area vesuviana nell’Ottocento e non solo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *