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Osservatorio Vesuviano: una storia lunga oltre 170 anni

L’Osservatorio Vesuviano fu costruito ad una esigua distanza chilometrica dal cratere del Vesuvio, in un periodo storico di grande entusiasmo per la scienza in generale e per gli studi sul magnetismo terrestre in particolare.

Come nasce l’esigenza di avere un centro di monitoraggio dell’attività sismica nel nostro territorio?

Tutto ebbe inizio quando dopo cinque secoli di quiete, la devastante eruzione del 1631 portò il Vesuvio ad uno stato continuo di attività che sul finire del XVII secolo condusse ad una richiesta di un monitoraggio continuo dei fenomeni per studiarne e prevederne il comportamento, istanza che trovò come promotore il re Carlo di Borbone.
Nel 1767 Giovanni Maria della Torre avviò gli studi di declinazioni magnetica e nella prima metà dell’Ottocento il Vesuvio cominciò ad essere di fatto il sito vulcanico più analizzato al mondo, capace di attirare scienziati da tutto il mondo, tra i quali Charles Babbage, interessato a verificare le sue teorie sulla conduzione del calore.

osservatorio vesuviano

Agli inizi dell’Ottocento le accademie scientifiche chiesero ai vari governi la costruzione di un polo dove poter risiedere e Ferdinando II di Borbone, con il supporto del Ministro Nicola Santangelo, ne soddisfò la richiesta.

Nel 1839 venne affidato al fisico Macedonio Melloni l’incarico di fondare l’Osservatorio meteorologico. Fu proprio quest’ultimo ad acquistare gli apparecchi magnetici e meteorologici per il sito prescelto situato presso la Collina del Salvatore . Tale luogo rispondeva ai tre requisiti richiesti da Melloni: “libertà di orizzonte, vicinanza delle nubi, lontananza dalle terre circostanti”.

Il 16 marzo 1848 l’Osservatorio Vesuviano fu finalmente consegnato a Melloni il quale però, dopo i moti del ’48, fu sollevato dall’incarico a causa delle sue idee liberali.

Il completamento dell’ Osservatorio fu possibile grazie all’interessamento del geofisico Luigi Palmieri il quale ne risollevò le sorti attraverso la costruzione di una torretta meteorologica.
L’apporto di Palmieri non si fermo li’. Egli infatti  realizzò successivamente il primo sismografo elettromagnetico della storia con il quale verificò la corrispondenza fra processi vulcanici e sismici. Nel 1862 Palmieri preparò un programma di ricerca costituito da una rete di stazioni di rilevamento di diversi parametri utile per poter prevedere l’attività del Vesuvio…nacque cosi’ da quel giorno un metodo moderno di indagine.

L’ Osservatorio Vesuviano visse anche momenti drammatici. Nel 1872 infatti venne circondato da un’ondata di lava e rimase isolato con i suoi ospiti  per qualche giorno.

Alla guida del centro, successivamente a Palmieri succedette il geologo Raffaele Matteucci, che occupò le prime pagine dei giornali per un’ aspra polemica con Matilde Serao frutto di un equivoco sulle reali intenzioni di Matteucci manifestate durante l’ennesima eruzione.

La direzione del centro, peraltro notevolmente in stato di abbandono, fu cosi’ rilevata da Giuseppe Mercalli che tentò di risollevarne lo Stato riuscendo nell’ intento solo in parte in quanto la sua tragica morte interruppe il suo lavoro.

osservatorio vesuviano mercalli
Giuseppe Mercalli sul Vesuvio

Durante la guerra gli Alleati requisironol’Osservatorio Vesuviano. Dal 1983, durante un culmine del bradisismo flegreo, la sede operativa fu spostata in un edificio pubblico a Napoli, sulla collina di Posillipo. Oggi, la sede operativa di ricerca e sorveglianza è a Napoli, in Via Diocleziano 328, mentre nella sede storica sul Vesuvio è stato istituito un Museo Vulcanologico nel quale è possibile ammirare, tra l’altro, gli antichi strumenti geofisici e meteorologici ideati dagli illustri scienziati che vi hanno lavorato per oltre 150 anni.

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