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La famiglia Fornito, dalla pizza alla ristorazione

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Lo staff di Wesuvio ha fatto visita a Giuseppe, contemporaneo esponente della famiglia Fornito e attuale titolare dei ristoranti “La Voce del Mare” e il corrispettivo “Yachting Club”, entrambi nella zona portuale torrese.

Giuseppe ci ha raccontato la storia della sua famiglia e di suo nonno, storico pizzaiolo torrese. Ma anche del suo impegno nella ristorazione e dei pro e contro in cui si imbatte chi porta avanti una realtà del genere alle falde del Vesuvio.

Di seguito quanto riportato nell’intervista…

Wesuvio: Come inizia la storia della famiglia Fornito nel campo della ristorazione?

Giuseppe Fornito: Rappresento la quarta generazione di ristoratori del mio ceppo familiare. La mia famiglia ha origini frattesi e la storia della famiglia Fornito nel campo della ristorazione è lunga più di un secolo. Di certo però chi ci ha resi “famosi “ a Torre del Greco è stato mio nonno, Peppe ‘u pizzaiuol.

W: Qual è il piatto che negli anni ha caratterizzato la famiglia Fornito?

GF: Non ho alcun dubbio. Siamo famosi e riconosciuti sul territorio per la pizza. Naturalmente nel tempo la nostra cucina si è evoluta per dar spazio anche ad altre pietanze.

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Ciro Fornito

W: Quanto la qualità dei prodotti e la provenienza degli stessi incidono sul prodotto finale che arriva sulle tavole dei clienti?

GF: La qualità del prodotto conta al 100%. I clienti ormai sono diventati dei veri specialisti nell’arte culinaria, visti anche i tanti programmi televisivi sul tema cucina. Sono anni che metto tanto impegno nella fase della ricerca del prodotto e nella selezione e l’utilizzo del pescato locale. Per la maggior parte utilizzo prodotti di origine vesuviana e campana. Uniche eccezioni per il vino. In una carta di vini non possono mancare eccellenze del territorio italiano.

W: Esiste un piatto nato nelle cucine di tuo nonno e che ancora preparate?

GF: I classici piatti della tradizione vesuviana. Nel menù non potrà mai mancare lo spaghetto con le vongole veraci o il risotto alla pescatora. Questi piatti saranno sempre presentati al cliente senza variazioni e nel pieno rispetto della tradizione.

W: Come ci si rinnova senza perdere di vista il valore della tradizione?

GF: Sin da quando ho deciso di intraprendere la strada della ristorazione, ho iniziato a viaggiare per istruirmi nel mondo della cucina e capire quali sono le esigenze dei clienti e le innovazioni possibili nel nostro territorio. Dai tanti viaggio ho imparato che è possibile assecondare le nuove tendenze della cucina, senza perdere mai di vista la tradizione.
Un esempio è il SUSHI. In uno dei nostri locali prepariamo sushi, ma solo con pescato locale. In questo modo riusciamo ad accontentare i clienti che amano stare al passo con le nuove tendenze, pur conservando i sapori tradizionali. In questo modo riusciamo ad accontentare sia i clienti tradizionalisti che non.
In questa innovazione la fanno da padrone i social che stanno nel tempo modificando le tendenze culinarie e che rappresentano un elemento imprescindibile di promozione della propria attività.

W: Che tipo di esperienza/ caratteristica hai ereditato da tuo nonno e tuo padre?

GF: Non ho dubbi. Ho imparato che bisogna essere i primi a dare l’esempio al proprio personale. Sono sempre il primo a “sporcarsi” le mani. Per raggiungere significativi traguardi bisogna sapersi sacrificare. Inoltre ho imparato ad avere sempre un approccio artigianale e tradizionale con gli ingredienti che arrivano nelle nostre cucine. Altra cosa importante è il rapporto con il cliente e il personale.

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Giuseppe Fornito noto come “Peppe sott ‘u ponte”

W: Quali sono i punti di forza e di debolezza nel fare ristorazione alle falde del Vesuvio.

GF: Siamo in una zona strategica. Abbiamo il mare ad un passo e alle spalle la Grande Montagna. Abbiamo la fortuna di avere lunghi periodi senza pioggia e la possibilità di una storia gastronomica che rappresenta una leva di promozione ed attrattiva turistica, che di certo andrebbe potenziata attraverso un vero e proprio processo di marketing territoriale di più ampio respiro.
Di contro abbiamo diversi atavici problemi, come la mancanza di una rete di trasporto appropriato, che possa rendere al turista la vita facile nel potersi muovere in lungo e in largo nel nostro territorio. Abbiamo ancora poca cultura nell’accoglienza del turista e poca sinergia tra tutti gli operatori che lavorano nella zona vesuviana. I problemi, purtroppo, molto spesso hanno la meglio sui punti di forza e ciò comporta la chiusura di diverse realtà che svolgono la loro attività nel campo della ristorazione o delle attrazioni turistiche.
Un mio sogno è quello di creare e potenziare un “distretto enogastronomico” che racchiuda tutte le città intorno al Vesuvio. Quando ho ascoltato cosa si proponeva di fare Wesuvio ho subito ben accolto questa intervista, al fine di poter migliorare la situazione. La vera forza del nostro territorio deve essere la sinergia tra tutti gli enti, associativi ed istituzionali.

W: In che modo l’appartenenza al territorio vesuviano si manifesta nella tua cucina?

GF: La priorità della mia cucina è utilizzare prodotti vesuviani. In una cucina del nostro territorio non potranno mai mancare il pomodorino del piennolo, i friarielli e tutti i prodotti caratteristi della nostra zona.

W: Quali sono le sfide future?

GF: L’obiettivo è continuare a crescere per poter divenire un modello per altri operatori che in futuro vogliono investire nel campo della ristorazione o nelle attrazioni turistiche. Ho deciso di investire nell’area portuale torrese al fine di completare un periodo di riqualificazione, che ad oggi sembra ben avviato. La ciliegina sulla torta sarebbe che l’amministrazione comunale creasse dei parcheggi in questa zona per rendere il nostro porto una vera e propria attrazione turistica anche al di fuori dei confini vesuviani

W: Potenzialità della ristorazione come elemento di attrattiva dei flussi turistici. Cosa pensi si debba fare oggi, che non viene fatto?

GF: Ad oggi manca un vera proposta di marketing territoriale che invogli il turista a venire qui.
Bisognerebbe ideare una “novità culinaria” che attragga e che diventi una novità solo della nostra zona. La creazione di percorsi culturali e visite guidate ai monumenti e a tutto ciò che è nascosto nel nostro sottosuolo. Una bella iniziativa sarebbe creare la pesca Turistica (Ittiturismo).

W: Siete, come famiglia, tra coloro che per primi hanno investito nella zona mare/porto di Torre del Greco e continuate a farlo. Come ci si sente ad essere tra i promotori ed i protagonisti del processo di riqualificazione dell’ area portuale?

GF: Da un lato c’è tanta soddisfazione, ma esiste ancora tanta poca collaborazione tra gli enti che vivono di turismo.
Gli alberghi in zona sono sempre pieni, ma l’ impatto dei flussi turistici è ancora marginale e limitato al pernottamento, poi preferiscono Napoli o la costiera sorrentina per poter passeggiare, cenare o fare shopping.

W: Quali sono i valori indispensabili che deve avere un imprenditore del campo della ristorazione per avere successo?

GF: Umiltà, lealtà e essere customer oriented

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