ENOGASTRONOMIAMODI DI DIRE E TRADIZIONIRUBRICHE

È na galletta ‘e Castellammare…

“È na galletta ‘e Castellammare ca nun se spogna!”…l’avete mai sentito questo detto molto popolare tra i paesi situati all’ombra del  Vesuvio?
Le origini di questo modo di dire sono assai antiche. Esso, per la sua efficacia nel significato e per la sua componente ironica, è rimasto vivo nel tempo fino a rappresentare tutt’oggi uno dei detti maggiormente utilizzati.

Ma in effetti, qual è il suo significato? Cosa intende esattamente dire colui o colei che lo esclama?
Scopriamolo insieme!

Innanzitutto va precisato che con questo modo di dire si è solito riferirsi ad una persona inflessibilmente avara.
Di fatto viene pronunciato in quelle occasioni nelle quali volendo addebitare ad un proprio conoscente l’essere avaro ed attaccato al denaro, lo si paragona ai famosi e squisiti biscotti di Castellammare di Stabia.

Chi non ha mai assaggiato queste prelibatezze frutto dei forni stabiesi? Quei buonissimi biscotti che decenni si vendono anche al casello dell’autostrada?

A parte quella di essere squisiti, i biscotti stabiesi detti anche “galletta ‘e Castellammare”, hanno anche un’altra caratteristica: se si immergono nell’acqua o meglio ancora nel vino, non riescono completamente ad ammorbidirsi (in dialetto “nun se spognano”)

Per tale motivo si racconta che venivano portati con se come scorta dai pescatori o naviganti in genere, i quali li preferivano addirittura al pane in quanto difficilmente ammuffivano.
Si dice che fossero talmente duri che nemmeno l’acqua di mare riusciva ad “ammollarli” (ammorbidirli)

Ed in effetti, a pensarci bene, mai paragone fu così appropriato per descrivere una persona avara.
L’avaro è notoriamente uno che raramente si concede il lusso, il piacere di spendere una somma di denaro per cose futili o per offrire qualcosa, magari un semplice caffè ad un amico.
Incapace di fatto di qualsiasi atto di generosità o liberalità, sempre accorto ed attentissimo a tener sempre ben serrati i cordoni della borsa…e voi quanti ne conoscete di “gallette ‘e Castellammare”?

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